sabato 18 ottobre 2014

Articoli - indice

martedì 14 ottobre 2014

Galleria Vittorio Emanuele II, Milano


Henri Cartier-Bresson a Roma (sconsigliata)

Molto deludente questa mostra di Henri Cartier-Bresson, considerato uno dei più grandi fotografi del secolo scorso. Delusione che comincia subito alle biglietterie dell'Ara Pacis. Molto scarso infatti è stato lo smaltimento della fila presso il ticket office del piano superiore, ci si aggira sui due minuti a biglietto e dunque sette persone in fila vi faranno attendere quindici minuti circa (sempre che non finisca la carta del POS). Senza considerare che alla stessa fila si mescoleranno quelli che vorranno semplicemente acquistare dal book shop antistante o entrare al museo del comune di Roma (quello dedicato all'Ara Pacis). In alternativa si può usufruire della biglietteria del piano inferiore, dove risiede la mostra, ma il numero di persone in fila è due volte tanto.

Questo tipo di organizzazione, in una città importante come Roma, per una mostra pubblicizzata da sei mesi, non è accettabile. 

Tornando allo spazio espositivo della mostra, l'ambiente è piuttosto ben pensato, vetrine espositive con vecchie riviste d'epoca, documenti di lavoro, una parete intera con degli autoritratti in carboncino e un'altra con dei film sulla guerra civile spagnola. Anche gli ambienti sono pensati bene, scorrendo i vari periodi dell'artista. Si va dagli inizi della sua attività fotografica, al periodo parigino, dalle foto di guerra a quelle della resistenza, dalle ambientazioni africane a quelle cinesi o indiane. 

L'arte fotografica del bianco e nero sembra insomma passare in secondo piano rispetto alla mera presenza del fotografo in luoghi ed eventi che hanno segnato la storia. E per noi l'arte non può essere mera presenza, ma capacità di vedere cose che altri non vedono, capacità di raccontarle. Questa capacità spicca soltanto in una dozzina di foto o poco più. 

Per ultimo, deludente è stato anche il formato delle foto, eccessivamente piccolo, dentro quadri eccessivamente grandi. Va bene come scelta una tantum, ma qui crediamo sia stato fatto un uso esagerato.