sabato 31 gennaio 2015
mercoledì 28 gennaio 2015
lunedì 26 gennaio 2015
sabato 24 gennaio 2015
giovedì 15 gennaio 2015
Flucht aus Dresden - nebel
provai una seconda fuga appena due giorni dopo, approfittando delle previsioni del tempo diramate dal dottor Dechenclaft - domani è prevista nebbia, più o meno come quella nella quale si sono perse le vostre menti - e così gabbando due guardie con il trucco del ginocchio sinistro e infilandomi in un carrello delle medicine grazie alle mie qualità di acrobata, mi ritrovai nuovamente sulla collina dei morti viventi mezz'ora prima che venisse diramato l'allarme
bene, pensai voltandomi verso il manicomio dal quale nessuno era riuscito mai fuggire. e adesso dove vado con questa nebbia? il manicomio non si vedeva. la libertà nemmeno. l'allarme suonò. in meno di sette minuti i cani del dottor Dechenclaft mi raggiunsero.
soltanto ora capisco le parole del vecchio Uhlvart "il cane è il miglior amico dell'uomo, se saprai addestrarne uno ti donerà la libertà"
Flucht aus Dresden - minus acht Grad
bene, pensai voltandomi verso il manicomio dal quale nessuno era riuscito mai fuggire. e adesso dove vado con questa nebbia? il manicomio non si vedeva. la libertà nemmeno. l'allarme suonò. in meno di sette minuti i cani del dottor Dechenclaft mi raggiunsero.
soltanto ora capisco le parole del vecchio Uhlvart "il cane è il miglior amico dell'uomo, se saprai addestrarne uno ti donerà la libertà"
Flucht aus Dresden - minus acht Grad
martedì 13 gennaio 2015
Flucht aus Dresden - minus acht Grad
nel gennaio di quell'anno riuscii a fuggire dal manicomio di Dresda. contro ogni previsione gabbai una delle guardie con il trucco dell'occhio destro e in meno di dodici minuti ero fuori, sulla collina dei morti viventi. alle mie spalle la fortezza da cui nessuno è mai riuscito a fuggire. fino ad oggi.
si ma adesso, dove cazzo vado con la sola camicia di forza e otto gradi sotto zero?
mi tornano in mente le parole del vecchio Uhlvart: "lascia stare figliolo, piuttosto aiutami con questo gomitolo di lana..."
Flucht aus Dresden - nebel
si ma adesso, dove cazzo vado con la sola camicia di forza e otto gradi sotto zero?
mi tornano in mente le parole del vecchio Uhlvart: "lascia stare figliolo, piuttosto aiutami con questo gomitolo di lana..."
Flucht aus Dresden - nebel
domenica 11 gennaio 2015
domenica 14 dicembre 2014
Della stessa sostanza delle Stelle
Il potente Zufar Khan, che conobbi in tempi davvero remoti, mi disse a riguardo dei bodhisattva: "l'egocentrismo muove la maggior parte degli uomini, tutti gli altri, pochissimi, non hanno più bisogno di alcuna spinta per compiere le loro azioni né è possibile costringerli ad una reazione tramite questo"
spensi il fuoco e mi misi a guardar le stelle "dunque maestro, di cosa è fatto il bodhisattva?"
"della stessa sostanza delle stelle figliolo, all'uomo comune sembran ferme eppur si muovono, all'uomo di scienza sembrano muoversi eppur son ferme"
spensi il fuoco e mi misi a guardar le stelle "dunque maestro, di cosa è fatto il bodhisattva?"
"della stessa sostanza delle stelle figliolo, all'uomo comune sembran ferme eppur si muovono, all'uomo di scienza sembrano muoversi eppur son ferme"
Il Presepe peggiore che Roma abbia mai visto
L'incredibile, imperdibile, irresistibile presepe della Galleria Sordi, e anche Giuseppe si è spento dalla vergogna
Faccio la foto insieme ai turisti e sento "ma che ve fotografate!" un romano apostrofa con quattro semplici parole tutto lo scibile della sua vasta sapienza, alché mi sono tornate in mente le parole del santissimo Zufar, venerabile del Khan: "le persone agiscono per reazione, nella vita dei santi invece ogni cosa è perfetta, azione e reazione sono una cosa sola, il movimento è riposo, il riposo è movimento"
insomma, questo per dire al povero romano, che fare una foto non è per forza sinonimo di beltà ma testimonianza di ciò che è, e un cesso di presepe è ed ha lo stesso diritto d'esser fotografato, a testimonianza dell'orrido e di chi ne permette la bella mostra
Faccio la foto insieme ai turisti e sento "ma che ve fotografate!" un romano apostrofa con quattro semplici parole tutto lo scibile della sua vasta sapienza, alché mi sono tornate in mente le parole del santissimo Zufar, venerabile del Khan: "le persone agiscono per reazione, nella vita dei santi invece ogni cosa è perfetta, azione e reazione sono una cosa sola, il movimento è riposo, il riposo è movimento"
insomma, questo per dire al povero romano, che fare una foto non è per forza sinonimo di beltà ma testimonianza di ciò che è, e un cesso di presepe è ed ha lo stesso diritto d'esser fotografato, a testimonianza dell'orrido e di chi ne permette la bella mostra
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