mercoledì 1 gennaio 2025

Nel girone dei fumatori

 Nel cuor di Milano, in un giorno che ‘l sole non volle illuminar più del necessario, giunse il decreto ch’avrebbe cangiato lo destino de li signor fumatori.



Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una città oscura, ché la diritta via era smarrita da un editto che Milano impose a dura.

E io che pensavo, di goder la rossa e lo tepor di questo novo sole, mi trovai invece in una landa sconcia, dove lo fumo era bandito e lo piacere pure.

"Chi siete voi, o anima dannata, che osate sfidare lo volere del Conte Sala, patron di queste lande. Chi siete voi, che con leggerezza e ardire, fate di Milano una contrada affumicata?"

Così mi parlò un vigile, custode di codesto novo editto, che non ha pari, dove lo fumo non più accolto diviene peccato come un tradimento al pari.

"Maestro, ma dove mai potrò fumare?" domandai con voce tremante e smarrita "Non certo dove altri uomini vivono, é nei parchi, né alle fermate della vita."

E lui, con tono grave e solenne, mi indicò un angolo remoto e solitario dietro lo cassonetto immondezzaio: "Qui straniero potrai fumare, ma non dir che ti ci ho mandato se tu non voi esser multato."

Così, nel limbo della contrada, dove lo fumo è relegato ad angusti e puzzolenti spazii, cerco un angolo che mi accolga, lontano dagli occhi e da li cuori afflitti.

E mentre lo sole tramonta su Milano, penso a come un tempo, senza divieto alcuno, godevamo della nostra libertà senza saperlo, mentre ora in questa nuova era, siam prigionieri di noi stessi.