Come da tradizione oramai, le mogli dei presidenti americani si candidano alla presidenza degli Stati Uniti quasi fosse un rito di passaggio, un testimone che il marito ha lasciato loro. E’ un pò come quando vai in pensione e tua moglie architetto comincia a studiare ingegneria facendo il doppio lavoro. Solo che qui ci sono i voti degli americani a pesare il 27 del mese.
“Caro domani vado in Europa. Sarà una cosa veloce, giusto per assicurarmi l’appoggio di un paio di politici nel caso diventassi LA PRIMA DONNA PRESIDENTE.”
Eh già perché per battere Trump ormai non basterà più il “primo afroamericano presidente”, ci vorrà qualcosa di più forte, qualcosa che rompa veramente gli schemi.
“O i coglioni.” Direbbe Trump, a microfoni spenti.
In effetti non c’è riuscita Hillary Clinton a diventare LA PRIMA DONNA CORNUTA PRESIDENTE magari potrebbe riuscirci Michelle Obama. Tanto, per essere votati basta essere conosciuti. Anche di luce riflessa.
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