Guardo l’orologio, faccio due rapidi calcoli e prendo un paio d’ore di permesso. Il sito della raccolta rifiuti dice che chiudono alle 19. Perfetto, preparo la barca a quattro ruote e cerco di salpare quanto prima verso l’isola ecologica. Carico di tutto, legno, ferro, plastica, cotone, fieno, barbabietole e sifoni usati. Il reparto vernici lo infilo in un bel cartone di barbie e poi metto in moto (cioè in auto, ma comunque l’accendo) (non la moto).
Sono le 17.07.
Faccio retromarcia e mi accorgo di non vedere nulla. Guardo lo specchietto di destra e mi accorgo di non averlo, o meglio vedo a mala pena il sedile del passeggero. Dunque vado a memoria. Esco dal garage e dopo appena sette minuti di navigazione scorgo l’isola. Due magnifiche palme che ondeggiano tra rifiuti e cassoni giganti. Noci di cacca che cadono nei container precise come palle da biliardo e io che mi infilo i guanti pronto a scaricare l’impossibile.
Metto la freccia, mi dirigo verso il cancello e nel mentre scorgo una donna rom che si sbraccia verso di me. Guardo meglio il cancello e vedo un bel catenaccio grosso quanto il braccialetto di un troll. Subito dietro la donna arriva un uomo chiedendomi se avessi del ferro. Guardo il loro camioncino, poi guardo loro e mentre faccio retromarcia gli faccio segno di no.
“Ehi signore!” Continua a fare la donna.
Io intanto riprendo il cellulare e guardo l’orario dell’isola: 7-12 / 14-19
Non è possibile, guardo meglio…
chiedo conferma a Google:
torno sul sito e leggo la postilla:
“Dal 17/07/2023 al 14/08/2023 aperto solo la mattina (07:00 - 12:00)”
“Ehi signore, hai ferro?”
“Noi prendiamo ferro.” Il tizio dietro di lei si accende una sigaretta. Probabilmente di ferro.
“Tu avere ferro?” La signora sapeva il fatto suo. Determinata, convincente. Quasi la sentivo dire “il nostro core business attualmente è l’IRON, ma prendiamo in considerazione anche altri market in espansione che grazie alle nostre business unit decentralizzate e la flotta di furgoncini anonimi, possiamo gestire meglio della concorrenza in un’ottica di automation and continuous improvement”
La donna si gira verso il marito. “C’ha ferro il ragazzo.” Che quasi sembrava un c’ha fegato il ragazzo. E infatti alla parola ferro avrei voluto tirare fuori dal cassetto il grosso pezzo dell’Ispettore Callaghan, salvo poi ricordarmi che il sedile del passeggero non si vedeva, figuriamoci il cassettino.
“No signora, tengo solo cotone e barbabietole.”
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