Sono in fila come tutti dalle 9, davanti a me almeno 60 carrelli e se mi dice bene sarò a casa prima di pranzo. Ho messo le cuffiette, perché oggi non ho voglia di parlare. Non ho voglia di ascoltare la mamma che elogia giustamente, il figliolo atleta nella nazionale italiana che si allena in balcone o il marito che è stufo di lasciare le scarpe fuori di casa o ancora, che ieri c’erano solo 40 persone in fila.
Metto una musica indiana perché mi fa sentire a casa. E scelgo qualcosa di sacro per risvegliare la mia anima dal torpore, dal buio cosmico che sembra aver suggellato i nostri cuori. Eppure lo sapevamo, lo abbiamo sempre saputo, lo abbiamo esorcizzato facendone dei film, dei libri e quant’altro. Era semplicemente reale, perché a livello inconscio qualcosa in noi è a conoscenza di tutto, al di là del tempo in cui siamo immersi o dei luoghi in cui ignoriamo d'aver vissuto.
Mi vengono in mente le parole di monito e di conforto degli antichi, apparentemente criptiche ma intimamente limpide e trasparenti come l’acqua di un lago. Ma più di tutti mi viene in mente il sorriso di Tiziano Terzani.
Tiziano stava per essere ucciso, fucilato a morte dai Khmer rossi in Cambogia. Eppure si salvò, si salvò all’italiana, con un sorriso e una sveltezza di linguaggio in grado di capovolgere la situazione a suo favore.
Allora mi chiedo, siamo in grado oggi d’intendere il linguaggio dei nostri Khmer rossi ? Siamo in grado di scorgere il diverso dal resto del gruppo, l'uomo capace di tradurre per noi parole di salvezza? Vogliamo viverla la nostra vita in maniera più intensa o vogliamo farci fucilare senza possibilità d’appello?
Tiziano è morto il 28 lug 2004 ma per me è come fosse ancora in Vietnam o in Cambogia, a rischiare la vita col sorriso per raccontarci di dittature, guerre e facili condanne. Ecco allora che oggi, siamo certamente più sensibili ad argomenti lontani solo all’apparenza, e dall’altra parte del mondo un articolo di cronaca di guerra diventa la cosa più familiare e interessante da leggere, perché adesso parla di noi e del potere che abbiamo di riprenderci la vita.
Aumento il volume nelle cuffie, quando mi accorgo che il mio respiro è cambiato allineandosi in maniera naturale con quello della musica e di quel timido raggio di sole che adesso mi riscalda la fronte.
Grandi cose dobbiamo fare ancora.
Govinda Hare
Ciao Tiziano
https://youtu.be/WUIhM0S3aGo
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