e in formato digitale
martedì 26 novembre 2013
L'Uomo delle Leggende - estratti
INCIPIT
La stanza di Henry quella mattina era tutta colorata di rosso. Per un attimo gli sembrò di essere in un grumo di sangue. Sangue a destra, sangue a sinistra, nessun altro colore che il rosso, nessun’altra sensazione che quella di essere altrove.
pag. 286 (la Torre Bianca)
Raggiunse il muro di mattoni e lo attraversò come un fantasma. Se solo avessero saputo cosa incombeva alle loro spalle, nessuno di tutti quegli sprovveduti ragazzi si sarebbe mai avvicinato a più di cento metri dalla Torre.
pag. 348
Valeria lo guardò in modo strano, come se i suoi occhi perdessero il loro colore naturale.
“E chi ti dice che io sia Valeria?”
“E chi ti dice che io sia Valeria?”
pag. 314
L'Uomo delle Leggende - la storia
Cinque ragazzi si spingono all'interno di boschi alla ricerca di un luogo segnalato nel diario di viaggio di un professore universitario ormai morto. Il luogo in questione è un vecchio rifugio nel quale il professore sembra aver soggiornato vedendo strane cose durante la notte.
Uno degli studenti che lavorava per lui è Vincent che porterà suo fratello, due ragazze e un amico oltre le cascate di Laploz alla ricerca di questa baita. Il motivo che li spingerà fin lassù sarà quello di scoprire se sia vera o meno la leggenda di Friedrich Laploz d'Algovia, il padrone del rifugio, morto nel 1801.
A quanto sembra, la credenza che si è creata attorno a quest'uomo vuole che qualsiasi racconto venga letto nel rifugio si tramuti in leggenda.
Tra i cinque ragazzi vi sono Henry e Kate, due giovani scrittori che porteranno le loro storie per usarle come cavia.
Ma le vere cavie saranno loro.
venerdì 15 novembre 2013
lunedì 21 ottobre 2013
Il Destino secondo Zufar
"Ciò che sarà una persona in vita è determinato dalla sua data di nascita, dal suo luogo di nascita o se si vuole dal nome e dal cognome legato alla data di nascita, questo non significa che la libertà di scelta non esista, esisterà nell'ignoranza del proprio destino, infatti, il fatto che questo sia già scritto non significa certo che sia noto"
sabato 3 agosto 2013
Relatività ristretta
"Tutto appare in movimento, allo stesso modo in cui tutto è fermo"
Zufar scomparve oltre le scale ma continuavo a sentire la sua voce
"impara a vedere le due cose contemporaneamente"
Zufar scomparve oltre le scale ma continuavo a sentire la sua voce
"impara a vedere le due cose contemporaneamente"
lunedì 17 giugno 2013
Applicazione della Legge dell'Ottava
Circa la legge dell'ottava di cui tanto si parla negli ambienti della quarta via, ricordo che sul pianeta dal quale provengo eravamo soliti indicare la data e la posizione con un solo numero, indicavamo cioè in quale momento dell'evoluzione dell'universo stavamo scrivendo il nostro messaggio e contestualmente la nostra posizione, questa era anch'essa sotto forma temporale, ovvero il tempo impiegato dalla luce a compiere il tragitto che ci separava dal centro dell'universo, la curvatura del piano ellittico nel punto in cui ci trovavamo e una seconda distanza, quella tra due galassie nane ben precise.
Diceva a proposito di quest'ultima distanza il sempre benevolo Venerabile del Khan:
"Vedi figliolo se non ci fosse quest'ultima distanza, se non fosse chiaramente visibile in ogni parte dell'universo, il tuo corpo sarebbe in otto punti diversi contemporaneamente"...a questo punto il lettore più attento chiederebbe: "ma era conosciuta al tempo l'evoluzione di queste due galassie?"
e il Venerabile amorevolmente risponderebbe:
"era sotto gli occhi di tutti, ma la sua frequenza colpiva soltanto il cuore di alcuni e gli occhi di chi non si faceva distrarre"
Necessità come virtù
"Levare le tende può essere difficile quando si sta bene, o meraviglioso quando si sta male, tuttavia è sempre necessario" (il Venerabile, quando partimmo dal nostro accampamento nell'Utta Pradesh)
martedì 14 maggio 2013
Completezza
"puoi ignorare qualcosa, puoi ignorare persino tutto, ma non puoi ignorare tutto il resto"
(il potente Zufar Khan)
lunedì 6 maggio 2013
Tommaso, 86
"Se sono dei, scenderanno sulla Terra, se son mortali saliranno al Cielo, ma se sono Uomini non avranno cielo a cui salire o terra a cui discendere"
(Zufar Khan, prima della battaglia)
venerdì 3 maggio 2013
mercoledì 24 aprile 2013
Apparizioni nell'Utta Pradesh
Ricordo quanto mi disse il Venerabile in occasione della nostra visita a uno sciamano di Champawat, nell'Utta Pradesh....lo sciamano aveva delle apparizioni che noi e le persone del villaggio non vedevamo (ovviamente), ma il Venerabile sì e ne diede dimostrazione, poi disse:
lunedì 22 aprile 2013
giovedì 7 febbraio 2013
La Rimessa dei Calessi
Aprii una porta, poi una seconda, e poi una terza...
Sette porte per uscire da quel Luogo, il mio Calesse era l'unico rimasto nella Rimessa dei Calessi, la Luna era l'unica rimasta nel Cielo delle Lune e la Lampada, oh beh la Lampada...
...fu con quella che tornai a casa.
Chiusi una porta, poi una seconda, e poi una terza...
Cinque porte per entrare in quel Luogo, il mio Calesse non era più l'unico nella Rimessa dei Calessi, la Luna non era più l'unica nel Cielo delle Lune e la Lampada, oh beh la Lampada...
...adesso era quella la mia casa.
venerdì 25 gennaio 2013
YHV
Molte acque dovrà percorrere il tuo spirito prima di affondar la Spada nella Conoscenza che ti appartiene. Ma hai da poco issato la vela nell'aere che già dici d'esser giunto nella mia Terra.
martedì 8 gennaio 2013
Lascia che il Cielo sia il Cielo
Pubblico: "Come faccio a sapere se sto progredendo?"
Ramesh Balsekar: "Chi progredisce e verso cosa progredisce? Non c'è nessuno a fare alcun progresso. Il più sicuro segno di progresso è la totale mancanza di preoccupazione a riguardo del progresso stesso e circa la liberazione un abbandono non-volitivo a qualunque cosa possa accadere."
Mag M.Nikaya: "No Ramesh, la risposta corretta è che si progredisce in misura della comprensione di ciò che faceva soffrire. Chi fa la sforzo di voler comprendere è colui che conosce la sofferenza e da questa si vuole liberare, molto diverso da quel nessuno che la sofferenza non l'ha mai conosciuta."
Si alza in piedi tra il pubblico l'Ego: "Ma in questo sta il vero riconoscersi! In colui che non ha mai conosciuto la sofferenza. Altrimenti non si è capito né intuito nulla!"
conclude il Mag M.Nikaya:
"Perché mai limitare la vastità del Cielo al nostro misero sguardo? Lascia che il Cielo sia e i tuoi occhi lo vedranno, ma non pretendere che i tuoi occhi siano il Cielo, altrimenti lo perderanno."
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