venerdì 15 novembre 2024

E’ andata pressappoco così…

 “Signor Presidente, un tale di nome Musk ha detto qualcosa su di noi.”

“Su di noi? E che cosa avrebbe detto, ma soprattutto chi è?”

“Beh noi italiani, sulla magistratura in particolare. Vuole rimuovere tutti.”

Il Presidente balza in piedi sulla sedia. “Come sarebbe a dire che vuole rimuovere tutti? E mica può farlo questo qua.”

“Signor Presidente, è amico di quella là.”

Il Presidente si gira, poi torna su Amilcare. “Quellallà?”

Amilcare annuisce, in silenzio e abbassa la testa.

“Amilcare, dammi il telefono che lo chiamo subito.”

“No signore, se vogliamo parlare con lui, dobbiamo prima twittare.”

“Cosa dobbiamo fare?”

“Dobbiamo twittare su X…. cioé ICSARE su Twitter, insomma dobbiamo redarguirlo direttamente sul suo social.”

“Si….” Al Presidente si illuminarono gli occhi. Poi camminò lento verso la finestra.

“Però forse, una raccom…”

“No signore, le raccomandate sono passate di moda da dieci anni ormai.”

“Passate di moda…?” Il Presidente guardava il pavimento pensieroso quanto allibito.

“Si.”

“Mio Dio ma quanto tempo è che sono Presidente? Cosa mi avete fatto? Perché mi costringete qua dentro contro la mia volontà?”

“Si calmi signor Presidente, e mi ascolti. E’ colpa di Trump se si trova in questo orribile stato d’animo. Probabilmente ha voglia di gridare o di contare lei stesso tutte le schede elettorali dal Wisconsin all’Oklahoma, dal Texas fino alla Florida. Ma non deve mollare!” Amilcare teneva ben salde le spalle del Presidente tra la sue mani. “No…. e anche se avrà voglia di tagliarsi i capelli a zero o di gridare Biden è il mio presidente, NON-CEDA-PER-ALCUN-MOTIVO.”

“Va bene Amilcare, mi hai convinto. Ora lasciami però.”

Amilcare mollò la presa. Il Presidente si mise a sedere e ordinò. “Carta e penna Amilcare… è ora di twittare!”




lunedì 11 novembre 2024

Se Berlusconi potesse complimentarsi con Trump

Washington, 6 Nov 2024 - Oggi, cari amici lettori di "Forza News" abbiamo assistito a un evento che, lasciatevelo dire, farà tremare i polsi a quei giudici rossi e a tutta l'intellighenzia liberalamericana. Donald Trump, il mio collega d'oltreoceano, un uomo che sa come si fa business, come si conquista il cuore del popolo, e, diciamolo, che conosce il valore di un buon reality show, ha trionfato ancora una volta nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'America.

Ecco, vi racconto com'è andata, come se foste stati lì con me, perché io, Silvio Berlusconi, l'ho capito subito, ancora prima che i risultati fossero ufficializzati. Trump, con il suo stile inconfondibile, ha detto chiaro e tondo: "Io vinco, punto". E ha vinto, malgrado tutte le previsioni di quei sondaggisti che, proprio come certi giudici qui da noi, non capiscono niente di “popolo”. Hanno cercato di fermarlo con processi, inchieste, accuse, ma lui, come me, è uno che il popolo lo sente, lo vive e lo capisce.


La sua vittoria è un segnale forte, un messaggio che dice: "Guardate qui, la gente vera ha parlato". E ha parlato a favore di chi promette lavoro, meno tasse per tutti, e soprattutto, chi sa come si fa a rendere un paese grande di nuovo. Ecco, questo è un concetto che io, conosco molto bene. L'Italia ha bisogno di un leader che sappia parlare alla gente, che sappia come stimolare l'economia, e che non si lasci intimidire da quei burocrati che credono di sapere tutto.



E poi, non posso non ammirare quel suo tocco personale di satira liberale. Trump, come me, sa che la politica è uno spettacolo, e perché non renderla allora divertente? Perché non avere un po' di brio, un po' di spettacolo? Dopotutto, la vita è uno show, e se c'è uno che sa come si mette in scena uno spettacolo, quello è Trump. E io, modestamente, potrei dargli dei consigli su come gestire una televisione o come cantare sulle navi da crociera... o magari un paio di idee per un reality politico.


Insomma, oggi possiamo dire che l'America ha scelto un presidente che sa cosa significa il successo, che non ha paura di andare controcorrente, e che, come me, ha il coraggio di dire ciò che pensa, anche se questo significa scatenare le ire dei benpensanti comunisti. È un giorno di festa per chi crede nel libero mercato, nella libertà d'espressione e in un leader che non si vergogna di essere se stesso. 

E ora, miei cari amici, brindiamo alla vittoria di Donald, e speriamo che da questa parte dell'oceano qualcuno prenda appunti. Forza Donald, Forza Trump, e, perché no, Forza Silvio!

venerdì 13 settembre 2024

Sono fiero di te, vecchia scureggia

Vabbè forse ci potevamo fermare al titolo, ma un sentimento di tenerezza mi obbliga a contestualizzare la triste fine del vecchio Joe, praticamente ex Presidente degli Stati Uniti che va in giro per il paese in cerca di una RSA decente.

Il contesto è una caserma dei vigili del fuoco in Pennsylvania per commemorare l’11 Settembre. Ed ecco che si apre involontariamente un siparietto tra Joe e un suo coetaneo ahimè, repubblicano. Il coetaneo lo chiameremo “vecchio Tom” e sembra più in forma di Biden. Oddio forse gli è morto il dentista ma credo che a quell’età ormai non sia più una grossa priorità anzi, avrà pure detto “e pure questo l’ho battuto”. Insomma il vecchio Tom si ritrova davanti il Presidente in carica che gli mostra un cappellino blu. Alché gli chiede se non volesse mica autografarglielo 

“ehi Joe che cosa fai con quel cappellino blu in mano? non vorrai mica autografarmelo?”

Ma Joe sta già cercando una penna nell’aria quando il vecchio Tom incalza perculandolo

“ti ricordi ancora il tuo nome?”

Biden sta al gioco, ci scherza su e poi si fa dare il cappellino rosso che ha in testa il vecchio Tom. Sul cappellino rosso c’è scritto TRUMP 

Il pubblico rimane in silenzio, si sentono solo i passi di Tom Cruise che corre veloce sui tetti per raggiungere la caserma dei vigili del fuoco prima che Joe faccia la gaffe del secolo e consegni la vittoria elettorale al Tycoon con due mesi di anticipo.

Il vecchio Tom ha un copione piuttosto semplice e così gli fa 

“ehi Joe che cosa fai col mio cappellino rosso? me lo vuoi autografare?”

Ma Joe se lo mette in testa, sopra al suo cappellino (sì, un terzo cappellino). Un double berretto con patate e sorride alle telecamere.

Intanto Ethan Hunt continua a correre, fa qualche salto, si sloga la mascella ma corre ancora, e più forte di prima.

Il vecchio Tom esplode in un YEAAA YAAAAA! Applaude forte insieme agli astanti, anch’essi divertiti da Joe il Clown.

“sono fiero di te, bravo” dice Tom “bravo, VECCHIA SCUREGGIA!”



 

giovedì 12 settembre 2024

I gatti non votano

 Purtroppo per Trump i gatti non votano. E nemmeno i cani. E in fondo nemmeno le oche. Non stiamo dicendo che le sue affermazioni di ieri sera fossero false, ma se i gatti potessero mettere una X sul suo viso dentro una cabina elettorale, ormai lo farebbero all’istante. Quantomeno a Springfield in Ohio

Vabbè la storia la conosciamo; siamo a Philadelphia, le telecamere sono puntate su Trump e Kamala che se le suonano sempre con un certo self control. Dall’altra parte un David Muir che fa da mediatore cercando di sembrare il più imparziale possibile. 

A un certo punto Trump si gioca la carta dei migranti che si mangiano i cani e i gatti domestici degli americani. Kamala sembra conoscere i fatti ma è obbligata a fare la faccia stupita e contemporaneamente anche la faccia di una persona intelligente che si trova davanti a un pazzo. 

Per togliersi da quest’impasse il mediatore dei mediatori, ovvero il giornalista David Muir fa subito un fact-checking LIVE dimostrando in diretta mondiale quanto la parola fact-checking sia diventata sinonimo di non-sense e arroganza se applicata male e frettolosamente (ad esempio in questo caso; quando possiamo dire effettivamente che la notizia è falsa? quando avremo intervistato tutti gli abitanti di Springfield? Possiamo farlo in 5 minuti?). Attimi di silenzio e poi Muir sentenzia: “La notizia è falsa”.

Ok a questo punto, faccio una considerazione, i fatti menzionati da Trump sembrerebbero reali, nessuna fake news, tutto verificabile su X. Ma è anche vero che si sono mescolate brutalmente due culture diverse nel giro di un nanosecondo per convivere poi potenzialmente anni luce insieme. Che integrazione può mai essere questa? Non credo che i numeri diano ragione al buon senso perché parliamo di cittadine con 60 mila abitanti in cui sono stati trapiantati ben 20 mila migranti dalla sera alla mattina (e i problemi non finiscono certo con i gatti). Anche in Europa e in Italia abbiamo (avuto) casi simili, ma a mio modesto parere non era una carta da giocare durante il dibattito e non è possibile nemmeno generalizzare.



Ma veniamo al dibattito e alla capacità di Kamala di non rispondere alle domande. Capacità che non passa inosservata e che la fa sembrare più sciocca di quanto lo sia effettivamente; alla domanda se stavamo meglio 4 anni fa praticamente non risponde o meglio, risponde dicendo che lei viene dalla middle class (?)

Un pò come se al ristorante mi chiedono cosa prendo da bere e io rispondo “beh ho parcheggiato la macchina sulla strisce” Inutile dire che nemmeno il resto della frase avesse un senso con la domanda.



Vabbè 1-0 per Trump…


Poi Donald incalza chiedendole perché tutte le riforme che dice che farà quando diventerà Presidente, non le ha fatte in questi 3 anni e mezzo di vicepresidenza.

Nota: la parte che segue e che NON è in GRASSETTO è frutto della mia immaginazione

E continua. “Noi non siamo più leader, ci prendono per il culo in tutto il mondo.”Trump guarda il mediatore dei mediatori. “Ogni mattina mi arriva la newsletter di Putin che ci percula in russo. E google (che è americano) me la traduce pure!” “Abbiamo avuto il peggior presidente della storia, e tu Kamala sei la peggiore vicepresidente di sempre!” Alché si sente la voce della Boldrini seduta tra il pubblico: “VICEPRESIDENTA!”

Giusto, mi scusi. Il mondo ha visto come avete lasciato l’Afghanistan in fretta e furia.”

“Certo!” Dice Kamala. “Non potevamo mica pagare tutti quei soldi ogni giorno.”

“Ma non si lascia un posto come quello in quel modo. Sotto la mia presidenza non c’è stato un solo morto tra gli americani.” (sarà vero?) “E l’Afghanistan era un paese florido e tranquillo in cui passare le vacanze.”

“Mr. Trump…”

Il punto è che non possiamo sacrificare la nostra nazione per la visione malata di qualcuno! Abbiamo iniziato o fatto iniziare delle guerre ovunque, guerre che presto o tardi finiranno in una guerra mondiale se non le fermiamo prima… tutto quello in cui Kamala credeva tre anni fa l'ha buttato dalla finestra e ora propone persino la nostra roadmap". 

“Signor mediatore.” Riprende Kamala, Vicepresidente in carica degli Stati Uniti.

“Signor mediatore dei mediatori… Trump non sistemerà proprio nulla nel nostro paese! Lo armerà fino ai denti e lo userà per risolvere le proprie beghe personali….” (nota, vi suona familiare… cribbio?)

“Obiezione! Suo padre è un marxista!”

“Obiezione accolta signor Trump. Può spiegare però alla corte cosa c’entra questo adesso?”

“Come cosa c’entra? Marxismo = comunismo” (Kamala ride)

E molti dei migranti a cui ha aperto la porta il governo dei dem? Sono criminali! I democratici stanno rovinando il paese con le loro politiche.”

Signor mediatore dei mediatori, la verità è che Donald Trump distruggerà la Costituzione.”

“Andiamooo! Ma se non sai nemmeno cos’è una Costituzione… COSTITUISCITI piuttosto!”

“Costituisciti a me? Questo è davvero troppo.” 


FINE

mercoledì 11 settembre 2024

Quel gran Dott Ruff della BCE

Quel gran Dott Egr Spec Ruff Cav ex Presidente della BCE e della BKI che è Draghi ne ha combinata un’altra delle sue. E sia chiaro, sappiamo bene che non è farina del suo sacco altrimenti nemmeno stavamo qua a scrivere le sue gesta circa l’ennesima veggenza NON RICHIESTA con l’aggiunta di nuove ed esilaranti considerazioni degne di un luminare col punto interrogativo.

Lo ha pure chiamato #DraghiReport manco fossimo in un film con Robert Redford dove il protagonista, un novello giornalista investigativo, scopre che il report in questione è soltanto la punta dell’iceberg utile a coprire qualcosa di ancora più grande; l’incapacità di Draghi di fare il suo mestiere.

Draghi era quello che “abbiamo parlato con Putin ma non c’ho capito nulla, parlava di economia, o come diavolo si chiama questa materia russa che parla di soldi e strategie monetarie. Beh scusate ma dopo aver chiuso la telefonata, ho chiesto ai tecnici di richiamarlo a bocce ferme per capire se avevamo capito…”

Poi il giorno dopo, Mario era lì, con la molletta al naso che fa il numero di Putin insieme ai “tecnici” e si prepara a parlare un buon russo con accento svedese. “Signor Presidente! Il nostro Dott Egr Spec Ruff Cav ex Presid non ha capito se quando dice pagatemi il gas in rubli intende in dollari oppure in euro.”